La plastica è uno degli argomenti più trattati in questo ultimo periodo, e non ci resta che dire: meno male.
Troppi gli anni in cui si è gettata via un’infinità di plastica senza pensare a dove andasse a finire, a cosa potesse causare, e quali sarebbero state le conseguenze non solo per l’uomo ma anche per ogni essere vivente.
Ogni singola azione ha sempre una conseguenza.
Un po’ come quella frase che afferma che se una farfalla batte le ali a Hong Kong, ecco che a New York ci sarà un terremoto.
Un modo di dire che fa profondamente capire come la natura sia tutta estremamente collegata ed in sintonia.
Sintonia, però, che stiamo davvero distruggendo.
Ma la plastica che lasciamo irresponsabilmente in giro, dove va a finire?
Una parte galleggia nell’acqua, e questo lo vediamo tutti. Ma questa rappresenta solo 250.000 di 4-12 milioni di tonnellate di plastica realmente sparsa.
E tutto il restante?
Erosione, raggi UV e azine microbiota portano gran parte della plastica a degradarsi.
Le micro particelle della plastica vanno a depositarsi sui fondali marini, sulle fosse oceaniche ed inevitabilmente i pesci e crostacei ne mangeranno una piccola parte.
Prova anche la ricerca scientifica che ha trovato proprio delle micro particelle di plastica all’interno di molti pesci.
Ricordiamo che, poi, un po’ di questo pesce finisce proprio sulle nostre tavole.
Parte della plastica, poi, viene portata anche a riva dalle correnti.
Ecco quindi che se l’uomo incentivasse la pulizia delle rive si potrebbe anche ridurre l’inquinamento dei mari.
Di certo, la prima regola base, è quella di gettare la plastica nel suo relativo bidone.